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Green Deal: il Commissario Europeo Virginijus Sinkevičius incontra Stefano Boeri

Green Deal: biodiversità, economia circolare e social housing sono solo alcuni degli argomenti discussi lo scorso venerdì 31 marzo nell’incontro tra l’architetto Stefano Boeri e Virginijus Sinkevičius, commissario europeo con deleghe all’Ambiente, Oceani e Pesca. L’incontrò è avvenuto al Bosco Verticale di Milano.

Il Bosco Verticale incarna infatti i principi alla base del Green Deal: un’architettura per le persone e per il Pianeta, dove il rapporto tra l’uomo e le altre specie viventi viene integrato nelle fondamenta delle due torri da 80 e 112 metri. Su soli 3.000 mq di superficie urbana è concentrata una vegetazione equivalente a 30.000 mq di bosco e sottobosco. Un esempio in tutto il mondo di edifici capaci di produrre ossigeno e assorbire CO2, generando un microclima interno che regola l’umidità e le temperature. Caratteristiche che sono valse a questo progetto iconico tra i riconoscimenti più prestigiosi come l’International Highrise Award del Deutschen Architekturmuseums di Francoforte (2014) e il CTBUH Award come miglior edificio alto del mondo, del Council for Tall Building e Urban Habitat dell’IIT di Chicago (2015).

© Stefano Boeri architetti

Green Deal e Città Europee

Il nostro impegno è rendere più verde ed efficiente il patrimonio dell’Unione europea, aiutando i territori a migliorare la gestione delle risorse naturali, come quelle idriche. Il successo del Green Deal dipende dalla partecipazione di tutti, in quanto ogni persona può offrire le proprie idee, progetti o adottare comportamenti in linea con i principi di prevenzione“.

Virginijus Sinkevičius – Commissario europeo con deleghe all’Ambiente, Oceani e Pesca

Una casa per alberi che ospita anche umani e volatiliè alla base del concetto del Bosco Verticale, a anche delle Bauhaus europee per trasformare il volto e il linguaggio degli spazi in città, come citato dal Green Deal. Ciò aiuterebbe a ridurre le emissioni di gas climalteranti e ad assorbirne, promuovendo una strategia di decarbonizzazione utile a raggiunge la neutralità climatica entro il 2050.

Il movimento Bauhaus europeo mira alla sostenibilità ma anche all’inclusione, rendendo questo tipo di costruzioni accessibile alla popolazione. Per ora ci sono state più di 1.000 adesioni da diversi settori. A seguito dei molteplici progetti di Stefano Boeri in giro per il mondo, in Olanda l’architettura sostenibile non è più elitaria e incontra esigenze ambientali ma anche sociali: la Trudo Vertical Forest di Eindhoven è infatti dedicata al social housing e si adatta alle esigenze climatiche ed economiche locali.

© Stefano Boeri architetti

Cos’è il Social Housing?

Il social housing è un fenomeno di edilizia sociale incentrato sullo sviluppo sostenibile inteso nei suoi tre aspetti: sociale, ambientale ed economico. Vi rientrano quindi progetti abitativi che vogliono risolvere il problema dell’emergenza abitativa tramite edifici a basso impatto ambientale e ad alta efficienza energetica. Lo scopo di inclusione sociale e integrazione dei cittadini viene raggiunto grazie a costi contenuti e ampi spazi di condivisione interna ed esterna.

Ma a che punto è l’Italia nel Green Deal e nel PNRR?

Lo abbiamo chiesto al commissario europeo Virginijus Sinkevičius durante l’incontro con l’architetto Stefano Boeri.

L’Unione Europea ha intenzione di aiutare l’Italia finanziariamente per raggiungere l’Obiettivo 2035 sull’edilizia sostenibile?

“I fondi sono già disponibili in realtà. Ci sono già perché se guardiamo al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) presentato, l’Italia è uno dei paesi che riceve la maggior quantità di fondi all’interno dell’Ue. I finanziamenti tuttavia devono consentire gli investimenti in alloggi e in energia, permettendo alle persone di ridurre i costi delle bollette e delle abitazioni, vivendo in un ambiente sano e sostenibile. Non si può pensare però che ogni giorno venga lanciato un nuovo fondo, anche perché già con il fondo attuale ci sono difficoltà ad investire il denaro erogato, e sono state richieste delle proroghe. È fondamentale assicurarsi che i fondi per la riprese e resilienza vengano utilizzati per beneficiare alla società e consentire un futuro vivibile.”

A proposito dei ritardi sul PNRR, secondo lei se non venissero spesi questi fondi c’è la possibilità di una proroga?

“È molto difficile fare valutazioni adesso su una possibile proroga. Chiaramente dobbiamo analizzare attentamente caso per caso le cause dei ritardi. Ma ricordo nuovamente che il piano non è stato calato dall’alto dalla commissione sulla realtà italiana, è stato presentato dal governo italiano dopo aver sentito tutti gli stakeholders, coinvolto le regioni e studiato fenomeni come ad esempio la connettività del sud. È un piano italiano e l’attuazione deve essere altrettanto italiana. Spero fortemente che il governo possa reperire le risorse, soprattutto le risorse umane, per consentire di attuare nei tempi previsti il piano.”

La Commissione Ue ha chiesto un supplemento di valutazioni sullo stadio di Firenze e sul bosco dello sport di Venezia, destinatari di una quota significativa di fondi dal Pnrr. Il caso è stato rinviato di un mese per accurate valutazioni, pensa che il governo riuscirà a chiarire ?

“Per quanto riguarda i due progetti, capisco che riguardino attività sportive e che, soprattutto il calcio, sia una parte importante della cultura italiana per la quale tutta l’Europa vi ammira, tuttavia è stato chiaro fin dall’inizio che i fondi devono essere destinati a investimenti volti a consentire la creazione di nuovi posti di lavoro, l’aumento della resilienza che possa portare l’economia italiana ed europea, a reagire positivamente a possibili shock futuri. Non possiamo però concentrare gli interventi su infrastrutture che a lungo termine non andranno a beneficiare la popolazione da questo punto di vista, ma anzi potrebbero richiedere ulteriori interventi di manutenzione e investimenti economici. Sicuramente continueremo a prestare attenzione a questa pratica; la Commissione aspetterà i chiarimenti da parte del governo italiano, ma desidero rammentare che i Piani di Ripresa e Resilienza sono stati approvati dai 27 Stati membri, e quello italiano è stato presentato dal governo italiano stesso. Sarà dunque suo dovere prestare le dovute attenzioni alle priorità: la transizione verde e digitale. Quesi sono infatti i punti salienti del Green Deal, e questo deve essere il motivo dell’investimento finanziario: creare un’economia sostenibile e resiliente per il futuro.”

Come Commenta la Lettera di Fedrighini sull’area verde La Maura su cui vogliono costruire lo stadio del Milan?

“Non sono ancora a conoscenza di questa lettera, ma i colleghi stanno approfondendo la questione; dopodiché invieremo una risposta. A parte tutto, voglio dire che se guardate al complesso della nostra legislazione sulla ‘nature restoration’, che adesso è in discussione con i legislatori, abbiamo un target molto chiaro per il 2030: non diminuire le superfici verdi nelle città. Quindi è chiaro che qualora si andasse a operare su un’area verde, si andrebbe contro gli obiettivi del Green Deal. Inoltre, abbiamo un altro obiettivo: avere un incremento del 5%, di copertura verde nelle città entro il 2050. C’è bisogno di azioni per mitigare, e sono molto felice di essere qui oggi perché questo è l’esempio lampante di ciò di cui abbiamo bisogno nelle nostre città.”

Accordo 30 by 30 e Oceani, siamo in linea con gli Obiettivi del Green Deal? 

“In realtà si tratta di due elementi distinti menzionati. Quindi parto dal primo, “30 by 30”. A dicembre a Montreal è stato siglato un importante accordo sul quadro della biodiversità che vede la protezione del 30% degli oceani e delle terre, con una serie di condizioni di tutela. È davvero un accordo storico, perché non esisteva nulla di simile prima a livello globale. Storico sì, ma nulla di nuovo per l’Europa, che già nel 2020 si era dotata di strumenti all’avanguardia e volti alla protezione della superficie terrestre: siamo infatti a un buon punto, 26% dell’Unione Europea. Confidiamo dunque di raggiungere il 30% entro il 2030 come accordato globalmente. A livello marittimo invece siamo più indietro, all’11%. Dobbiamo lavorare all’incremento per raggiungere l’obiettivo.

L’altro aspetto invece era l’accordo di New York siglato il mese scorso per la protezione dell’altomare, e in questo caso diciamo ogni Paese ha la propria fascia marittima: zona di interesse economico e di protezione. Ma oltre a questa fascia non c’era alcuna legislazione che regolasse le altre, quindi era molto preoccupante la situazione di pesca sregolata e attività non controllare. C’erano gravi episodi di pesca eccessiva. Per cui l’accordo siglato il mese scorso risulta un’ottima opportunità per raggiungere l’obiettivo 3030, in quanto in questa parte internazionale degli oceani rappresentano l’80-85% superficie totale. Sono quindi due accordi estremamente importanti che si rafforzano a vicenda, ma che non rappresentano una grossa novità per l’Ue.

Per quanto riguarda l’attuazione è sempre una sfida, perché adesso parliamo a livello mondiale, e questo richiede grossi sforzi; ma noi come Unione Europea abbiamo sempre avuto le nostre legislazioni stringenti, e per questo motivo abbiamo guidato le trattative. È anche importante che paesi come la Cina e i Paesi Arabi siano stati riconosciuti come dei finanziatori, non più considerati come paesi in via di sviluppo di cui noi dobbiamo valutare il progresso in atto. È un cambiamento molto importante, ora si tratta di lavorare alla piena attuazione da parte dell’Unione Europea, che come sempre vuole dare il buon esempio. Ma anche per assicurare un’attuazione piena a livello mondiale.

Desidero davvero ringraziare l’architetto Boeri per aver aperto la sua casa e per avermi mostrato questo progetto incredibile che, in questo caso è anche costoso, ma con i progetti di social housing già implementati in Olanda, questi rappresentano il futuro che tutti vogliamo e questo è il miglior biglietto da visita dell’Italia: siete famosi per molte cose tra cui calcio e ottima cucina, ma spero che anche l’architettura sostenibile rientri tra queste eccellenze riconosciute a livello mondiale.

Green Deal: come cambieranno le nostre città?

Dopo il Bosco Verticale, la visita di Virginijus Sinkevičius è proseguita alle piantagioni a Parco Nord di Milano, cuore pulsante del progetto ForestaMi di cui Stefano Boeri è Presidente del Comitato Scientifico. Il progetto infatti è in linea con il Green Deal, e ha l’ambizioso obiettivo di piantare 3 milioni di alberi nell’area metropolitana di Milano entro il 2030. Oltre a migliorare l’aspetto della città e la qualità della vita e dell’aria, gli alberi permettono anche di contrastare gli effetti del cambiamenti climatico, riducendo la vulnerabilità dei nostri territori.

“Sono felice di questa visita del Commissario europeo al Bosco Verticale e alle piantagioni a Parco Nord Milano del progetto ForestaMi. Con lui abbiamo condiviso l’idea che la forestazione urbana, cioè la moltiplicazione del numero di piante ombreggianti nelle nostre città, sia il modo più economico, inclusivo ed efficace per ridurre gli effetti del surriscaldamento globale e dell’inquinamento dell’aria”.

Stefano Boeri – Architetto e Presidente del Comitato Scientifico di ForestaMi

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