Camera nazionale della moda italiana consolida il suo impegno nella sostenibilità pubblicando il terzo studio sull’utilizzo di miscele e sostanze chimiche nelle filiere produttive dell’industria della moda.
La pubblicazione del progetto, guidato dalla Commissione Chemicals di CNMI, è frutto del lavoro di diversi professionisti tra cui Associazione Tessile e Salute, Smi, Federchimica, Unic-Unione Nazionale Industria conciaria, Quantis Italy, Ykk Italia e Cimac – Centro Italiano Materiali di Applicazione Calzaturiera.
Non si è trattato di un tavolo puramente tecnico, poiché hanno collaborato ai lavori anche brand di moda italiani importanti come Giorgio Armani, Valentino, Gucci, Prada e Versace. Un documento a servizio dell’intera industria della moda italiana e patrocinato dal nuovo Ministero della Transizione Ecologica.
Il contenuto del documento
Volto a ricostruire la filiera produttiva all’insegna della sostenibilità, il documento “Le Buone prassi di fabbricazione – linee guida sull’uso dei prodotti chimici nelle filiere produttive della moda” ha uno scopo ben preciso: rendere l’industria della moda italiana pioniera nello sviluppo sostenibile.
Delineare delle linee guida comuni è essenziale per supportare e incentivare le aziende ad aggiornare l’implementazione di criteri e controlli lungo tutta la filiera, utili a realizzare processi e prodotti di qualità.
Come spiegato da Carlo Capasa, Presidente CNMI
Questo è un documento di sistema che dà sempre più centralità e valore alla filiera italiana e serve affinchè tutte le aziende possano andare verso l’azzeramento dell’impatto ambientale. Siamo percepiti come il Paese che fa la moda più sostenibile, siamo i primi produttori di alta qualità al mondo, abbiamo una grande responsabilità
carlo capasa
Camera nazionale della moda sancisce il suo impegno nella moda sostenibile
La Camera Nazionale della Moda Italiana continua nella sua missione per rendere l’industria della moda nazionale pioniera dello sviluppo sostenibile. Questo lungo viaggio, iniziato nel 2012 con un impegno lungimirante e concreto con il lancio del “Manifesto della sostenibilità”, è fondamentale per perseguire strategie di crescita di una delle industrie trainanti del nostro Paese.
È infatti imprescindibile affiancare l’aspetto economico, a quello sociale e ambientale. Le persone e il pianeta sono i veri protagonisti di questo processo di trasformazione, nonché artefici di un futuro migliore per l’ambiente e per la società.
L’importanza di fare sistema
La sostenibilità è un ecosistema, un cerchio in cui ogni attore ha un valore unico e ha il potere di contribuire al cambiamento. CNMI è da sempre un punto di riferimento in Italia e all’estero per tutto il sistema moda, pertanto gioca un ruolo fondamentale nell’affermazione della sostenibilità, grazie al suo amplio network e alla sua prospettiva visionaria.
È necessario agire come sistema, poiché la sostenibilità va integrata nell’intera filiera, dalla selezione delle materie prime al confezionamento e distribuzione del prodotto al cliente finale. L’intera filiera deve essere formata e coinvolta in questi processi produttivi, per garantire la tutela dell’ambiente ma anche la sicurezza di tutti i lavoratori.
Misurazione e uniformità per una moda più sostenibile
Per raggiungere i numerosi obiettivi prefissati da CNMI, è essenziale definire metodi di misurazione standard e garantirne l’uniformità.
Quantificare l’impatto è importante per capire le emissioni generate ma anche quelle salvate grazie a nuovi modelli di business e tecnologie. Queste informazioni, affiancate a tutte le specifiche di materie prime, sostanze e miscele impiegate, devono essere trascritte e comunicate nel dettaglio su documentazioni apposite; quest’ultime permettano di tracciare e riscoprire la storia del prodotto.
Tracciabilità e documentazione sono cruciali per una comunicazione chiara alla filiera e al consumatore finale, è quindi fondamentale renderle omogenee in tutto il sistema moda nazionale e internazionale.
Quali sono le linee guida per una moda green?
Con il documento “Le Buone prassi di Fabbricazione”, CNMI vuole tracciare le linee guida da seguire per l’utilizzo dei prodotti chimici nelle filiere produttive degli articoli di abbigliamento, calzature, pelletteria e accessori. Una documentazione esaustiva che aiuta a soddisfare la crescente pressione normativa legata all’attenzione dell’Unione Europea a queste tematiche. Un lavoro di squadra volo anche a tutelare e promuovere il valore del Made in Italy e dell’industria della moda italiana, da sempre eccellente nel combinare arte e cultura con innovazione e qualità.
Un documento completo che esplora e propone azioni concrete per l’intera filiera produttiva, con le dovute distinzioni a seconda della categoria di prodotto trattata; per soddisfare i requisiti più avanzata di sostenibilità nell’industria della moda, non è sufficiente conoscerei parametri chimici da rispettare. È importante considerare le buone prassi di fabbricazione per minimizzare i rischi ambientali e sociali. CNMI ha approfondito la fase di confezionamento nelle sue variabili tecniche e creative, illustrandone l’influenza sia nel consumo di energia sia nel risultato del prodotto finito.


Il futuro della moda è l’economia circolare
Il documento illustra linee guida ma anche obiettivi chiari come quello dell’economia circolare, determinante per il futuro dell’industria della moda. Esso costituisce l’unica alternativa al sistema lineare insostenibile che è stato adottato fino ad oggi, generando un notevole impatto ambientale e sociale.
La transizione verso l’economia circolare comporta l’eliminazione del rifiuto e la conversione di tutti gli scarti in risorse. Una sfida importante per un’industria come quella della moda, da sempre produttrice di quantità enormi di rifiuti, tessili e non.
L’economia circolare richiede una visione d’insieme all’insegna della condivisione di risorse, know-how e scarti. Un approccio che va misurato in ogni sua fase attraverso mezzi come il Life Cycle Assessment, che mappa il ciclo di vita di un prodotto dalla sua concezione, momento chiave per la sostenibilità, alla fine del suo ciclo di vita utile. Proprio a questo riguardo il documento propone soluzioni alternative che vanno dall’eco-design all’estensione del ciclo di vita utile di un prodotto: servizi di take-back e di noleggio, rigenerazione delle fibre, riciclo e riuso del prodotto.
Il presidente della CNMI, Carlo Capasa ha dichiarato:
“Ogni scarto è un valore. Stiamo affrontando questo tema da un punto di vista tecnico, con un tavolo stabile con i nostri brand che potrà avvicinare maggiormente le aziende a questo tipo di processo”.
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