La sostenibilità è un approccio in cui le risorse non vengono mai sfruttate oltre la loro capacità di rigenerazione. In questo modo si consegna alle generazioni future un mondo ancora prospero e in buona salute. Se la crisi climatica ed ecologica è arrivata all’attuale livello di urgenza, è a causa di un modello di sviluppo occidentale basato su un presupposto sbagliato. L’economia capitalistica, infatti, fa della sostenibilità un accessorio, non una caratteristica essenziale del rapporto tra uomo e natura.
Sostenibilità, un’arte antica
Eppure, non è sempre stato così: la storia umana brulica di esempi di civiltà che hanno saputo convivere pacificamente con l’ambiente che li ospitava. Sono molti i popoli che hanno sviluppato civiltà fondate sulla sostenibilità, ossia sul rispetto per l’ambiente naturale e per i suoi abitanti non umani. Molte civiltà “sostenibili” hanno potuto prosperare mettendo in atto tecniche e strategie di sopravvivenza che assicuravano la tutela dell’ambiente. Queste popolazioni, infatti, sono ben consapevoli dell’importanza che il mondo naturale ha per la loro stessa sopravvivenza. Una consapevolezza, questa, che nella società globalizzata fondata sul modello occidentale è andata perduta.
Tra gli esempi più famosi di sostenibilità, di vita “in pace con la natura”, vi sono sicuramente le poche popolazioni indigene sopravvissute fino ad oggi. Si tratta di piccole comunità la cui vita quotidiana ruota intorno all’ambiente naturale e alle risorse che esso offre. Fin da piccoli, i membri di queste comunità imparano a conoscere e ad amare la natura che li circonda, traendone sostentamento senza sfruttarla più del dovuto.


La diversità bioculturale, una ricchezza da tutelare
Quello delle comunità indigene è un esempio interessante, ma lontano dall’esperienza quotidiana di un europeo. Eppure, anche in Europa vi è una ricca eredità di conoscenze tradizionali legate al mondo naturale.
La diversità bioculturale – l’intreccio tra la ricchezza biologica e quella culturale di un territorio – è ancora alta in diverse regioni del nostro continente, e l’Italia è tra queste.
Anche molte conoscenze tradizionali nostrane, infatti, sono inconsapevoli esempi di sostenibilità. Se avete dei nonni vissuti in campagna, saprete di cosa stiamo parlando: di quella saggezza contadina che conosce i cicli della terra, della luna, i nomi delle piante e le loro proprietà curative…
Le culture tradizionali racchiudono una vasta e profonda conoscenza dell’ambiente locale. Chi vive in un territorio per tutta la vita, e da quello trae sostentamento, mette in pratica la sostenibilità ogni giorno. Conosce tecniche e segreti, conosce la biodiversità locale, sa quali piante ed animali sono pericolosi e quali sono benefici. E, soprattutto, sa convivere con tutto questo, senza sfruttarlo in maniera eccessiva.


Raccontiamo le tradizioni italiane: una ricetta antica di sostenibilità
In molte aree interne dell’Italia queste preziose conoscenze tradizionali sopravvivono ancora oggi, sotto forma di pratiche contadine, agricoltura e allevamento tradizionali, mestieri in via d’estinzione e credenze popolari legate alla natura.
In questa eredità culturale potrebbero essere racchiuse soluzioni per affrontare la crisi globale che stiamo vivendo: riscoprire le conoscenze dei nostri antenati potrebbe offrire sorprese inaspettate. Tuttavia, oggi queste culture e tradizioni stanno scomparendo. In mancanza di un ricambio generazionale, questo ricco insieme di pratiche e conoscenze potrebbe andare perduto.


Cosa fare, allora? Andiamo a curiosare nei paesini, nelle campagne, in quei territori spopolati che a lungo sono stati considerati arretrati, e che invece potrebbero custodire soluzioni per il nostro futuro. Parliamo con gli anziani, facciamoci raccontare i loro ricordi, le loro conoscenze, i loro mestieri. Andiamo con loro nei boschi, facciamoci insegnare come riconoscere le piante, quali indizi svelano la presenza di un animale, come cucinare quel fungo dalla forma insolita. E soprattutto documentiamo ogni cosa: è un mondo che rischia di scomparire, ma che possiamo far rivivere. Ne va delle nostre radici, della nostra cultura, ma anche del nostro futuro.
La sostenibilità è un’arte antica, perpetuarla è l’arte del futuro.
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