Lifestyle

Seay, la sostenibilità non è mai stata così attraente

Seay, brand di costumi sostenibili 100% Made in Italy, basa il suo nome sulla crasi di tre concetti fondanti per il brand: S.O.S, SEA and SOCIETY.

Forte del pay-off di brand “You complain, we sustain”, Seay ha sviluppato un modello efficace di economia circolare oltre ad aver creato un’ampia community di persone attive nella salvaguardia dei mari. Scopriamo di più insieme ai fondatori – Alberto Bressan e Simone Scodellaro – con i quali abbiamo lanciato la campagna “It won’t be like this forever” in occasione della giornata mondiale degli oceani di martedì 8 giugno.

Seay è un brand nato con il dna sostenibile. Alberto, perché hai deciso di avvicinarti al mondo della sostenibilità e di dedicarti alla progettazione di costumi sostenibili?

E’ ormai evidente a chiunque che la produzione di capi a basso impatto ambientale sia passato dall’essere un vantaggio competitivo ad una conditio sine qua non.

Il tema del rifiuto è un argomento fondamentale e io stesso, che sono un produttore di abbigliamento mi rendo conto di quanta “spazzatura” ci sia intorno alla vendita di un capo: etichette, adesivi, buste, aghi di sicurezza e plastica. Tantissima plastica. Tutto questo a corredo di un capo che ha percorso spesso migliaia di chilometri prima di arrivare tra le nostre mani e magari è anche stato prodotto da persone che lavorano in pessime condizioni.

Ecco, rispetto a tutto questo ci sono due strade che abbiamo cercato di riassumere nel payoff di Seay “You Complain, We Sustain”. Mi piace pensare che con un piccolo aiuto da molte persone si possano ottenere risultati straordinari.

Ecco quindi che la parte della semplice evidenza del problema, ha lasciato spazio alla volontà di agire per fare qualcosa. Sicuramente un piccolo qualcosa. Ma meglio un piccolo qualcosa che un grande niente.

Hai maturato diverse esperienze nel campo della moda prima di lanciare Seay. Qual è la tua visione sul futuro di un’industria in cui le nuove generazioni stanno portando cambiamenti dirompenti?

Abbiamo una grande fortuna legata al fatto che, come dicono i nativi digitali, la sostenibilità sia diventato un “trend topic”.

Il modello della giga-factory che produce di tutto a qualunque prezzo (o costo) penso sia tramontato. Sono convinto che ci sarà spazio per una visione comune dove i diversi marchi collaboreranno assieme condividendo business model, ricerca e sviluppo e, soprattutto, esperienza d’acquisto.

Ci sono molte resistenze sul mercato legate ad alcune fasce anagrafiche molto meno sensibili al tema. Io sono nato negli anni 80 e la raccolta differenziata non era un tema caldo, anzi non era affatto un tema. La cosa importante è non sprecare questa meravigliosa opportunità di mettere a frutto le innovative offerte della tecnologia e della scienza. Abbiamo risorse che negli anni 80 non c’erano e possiamo impiegarle per trasformare una minaccia evidente in una opportunità di sviluppo, prestando attenzione alla trasparenza. Se non agiamo in trasparenza e in onestà, rischiamo di vanificare il momento d’oro che abbiamo dinnanzi, e allora sì che il cammino si potrebbe fare tosto-tosto.

Alberto Bressan Seay
Alberto Bressan – Co-founder Seay

Il mercato è pronto per brand dal dna sostenibile come Seay?

Ci succede di ricevere commenti sui social in cui i clienti della mia fascia di età si lamentano perché i nostri prodotti non costano 19,99€. Cerchiamo di spiegare che capi Made in Italy che utilizzano tessuti certificati Oeko Tex 100, riciclati o organici, hanno un cospicuo costo che inevitabilmente si riflette sul prezzo finale. Noi utilizziamo un sistema logistico in grado di compensare le emissioni di Co2 generate; i nostri packaging sono compostabili e organici, certificati TUV Austria. Tramite lo sviluppo del modello RE3, tutti i nostri clienti hanno la possibilità di restituire il proprio usato che verrà rivenduto come second-hand, donato a persone in difficoltà oppure rigenerato nuovamente per avere una nuova vita. Per stimolare le persone a “Sprecare di meno e riciclare di più”, forniamo un green bonus immediato pari al 20% del capo stesso.

La luce arriva dalle generazioni più giovani, dalla GEN Z in primis, dove il marchio ha meno valenza rispetto alla carta d’identità del prodotto. E’ questa la generazione che presto gestirà la società e che fortunatamente si sta dimostrando estremamente sensibile alla tematica ambientale e sociale.

Avete scelto ambassador che non indossano solo i vostri prodotti, ma condividono i vostri valori. Quanto è importante la community per Seay?

“La scelta è una “non scelta” perchè è venuta da sè. Saremmo stati credibili a collaborare con influencer che lavorano con chiunque a fronte di un fee economico?

Preferiamo avere ambassador con una fan base più piccola ma raggiungibili senza l’intermediazione di un ufficio stampa o di un manager. La reach sarà di certo inferiore, ma di sicuro più giusta e vera.

Abbiamo voluto collaborare prevalentemente con atleti che passano tanto tempo con i piedi in acqua. Chi è a contatto con un problema è il primo che si mobiliterà per risolvere il problema stesso. Seay da solo non annullerà il problema dell’inquinamento del settore tessile, ma potrà contribuire alla risoluzione lavorando con atleti, fornitori, clienti, distributori e agenti, che credono fortemente nel messaggio condiviso secondo il vecchio principio del “dimostra ciò in cui credi”.

L’obiettivo – come dice Simon Sinek – non è fare business con tutti quelli che hanno bisogno del tuo prodotto, ma fare business con persone che credono in ciò in cui tu credi.

In un sistema democratico, seguiamo coloro che noi stessi consideriamo leaders non perché siamo obbligati a farlo, ma perché vogliamo farlo. Ecco, questa è la mia visione dell’ambassador, una persona con la quale progettare assieme una pulizia della spiaggia prima ancora di uno shooting.

Un mare di iniziative con Seay e The Sustainable Mag

Un’unica missione e tanta voglia di agire: nasce così la collaborazione tra Seay e The Sustainable Mag in occasione della Giornata Mondiale Degli Oceani, che vedrà protagonisti importanti personaggi nel mondo dello spettacolo, dello sport, dell’imprenditoria e tanto altro.

Crediamo nel potere della condivisione dei nostri valori, e abbiamo deciso di affidarci ai potenti mezzi della comunicazione di cui siamo in possesso per lanciare la campagna “It won’t be like this forever”. Una campagna di sensibilizzazione il cui scopo è quello di esortare le persone ad agire per pulire i mari ed aumentare la conoscenza del problema. Di seguito la call to action:

Ogni volta che metti i piedi in acqua raccogli 5 rifiuti!

Se lo facciamo tutti alla fine dell’estate ne avremo raccolti milioni.

Scopri come partecipare alla campagna seguendo i nostri canali social e scaricando il materiale qui.

No Comments

    Leave a Reply

    Subscribe to my Newsletter

    Be the first to receive the latest buzz on upcoming contests & more!