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Quanto costano i libri al pianeta?

Tempo di vacanze, tempo di libri. Secondo i dati dell’Associazione Italiana Editori, nel 2020 le vendite di libri hanno registrato un sorprendente aumento, segno che la lettura ha saputo allietare la nostra monotona quotidianità pandemica.

I libri infatti, a differenza di serie televisive o film sono ancora in gradi di farci sognare, di far volare la nostra fantasia in mondi lontani. Ma ci siamo mai domandati quanto impattano a livello ambientale? I libri sono prima di tutto oggetti, e come tale la loro produzione, distribuzione, utilizzo e smaltimento ha un costo economico e ambientale. Scopriamolo insieme.

L’impatto ambientale dei libri

Il primo e più evidente costo ambientale è legato alla carta.

Nonostante siano sempre più le case editrici che si impegnano ad utilizzare solo carta certificata FSC, l’estensione del mercato editoriale richiede enormi quantità di materia prima, la cui estrazione è spesso causa di deforestazione.
In secondo luogo, bisogna considerare l’impatto dei processi di lavorazione, che emette diversi gas inquinanti, che causano effetto serra e sono dannosi per la salute.
Non bisogna poi trascurare anche l’impronta idrica legata alla produzione.

In media, per la produzione di un chilo di carta servono circa 100 litri d’acqua.


Infine, un passaggio che tendiamo a dimenticare, ma che pesa enormemente sull’impatto ambientale di un prodotto, è la fase di distribuzione. Anche per l’editoria, la distribuzione e il trasporto dei prodotti è una nota dolente.

Si stima che, tenendo conto di tutti questi fattori, un libro emette, durante il suo ciclo di vita, circa 7,5 kg di CO2eq.

Trucchi per letture sostenibili

I libri sono oggetti durevoli, che possono rimanere intatti per generazioni e passare attraverso tante mani. Spesso, tuttavia, il loro destino non è dei più rosei. Sono moltissimi i libri che ogni anno sono destinati al macero: difetti di fabbricazione o di stampa, obsolescenza dell’argomento, semplicemente il rimanere invenduti li destina a questa fine.

Si tratta di uno spreco di energia e risorse, che potrebbe essere facilmente evitato ad esempio attraverso una migliore programmazione della produzione e della logistica.

Al netto delle strategie aziendali per migliorare l’efficienza dell’industria editoriale, vi è una serie di accortezze che anche noi lettori possiamo mettere in atto per ridurre l’impatto ambientale dei nostri amati libri.

  • Fare acquisti consapevoli: comprare soltanto i libri che effettivamente leggeremo, e prediligere le case editrici che mostrano una maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale
  • Prediligere i libri usati: l’impronta ecologica di un libro si riduce in proporzione al numero di persone che lo leggono
  • Vendere, donare o scambiare i libri dei quali non abbiamo più bisogno

AccioBooks: per libri liberi

Dello scambio e del dono ha fatto una ragione di vita AccioBooks, il primo sito italiano di book-sharing.

Nato alcuni anni fa dall’idea di Gloria Pozzoli, giovane grafica freelance, oggi il sito mette in contatto migliaia di utenti per vendere o scambiare i propri libri.

L’idea che muove AccioBooks è che “i libri rendono liberi”, e che, perciò, “devono essere liberi”. Vendere, scambiare o regalare i libri che non ci stanno a cuore potrebbe illuminare la vita di qualcun altro.

“I libri devono poter viaggiare. Di paese in paese, di mano in mano. Un libro che non ti è piaciuto può cambiare la vita di un’altra persona. Sii complice di questo cambiamento”.

Acciobooks


Questa è la filosofia di AccioBooks: un piccolo gesto, come lo scambio di un libro, può rivelarsi terapeutico per noi stessi, per gli altri e per il pianeta.

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