Parità di genere, inclusione sociale e women empowerment, temi di cui sentiamo sempre più spesso parlare. Argomenti che per il loro nome altisonante sembrano distanti anni luce dalla concretezza della vita quotidiana di ognuno di noi, ma che sotto varie forme brillano in diverse realtà italiane.
Ne è una dimostrazione Barilla, prima impresa italiana insignita del “Catalyst Award” per l’impegno profuso nella realizzazione di soluzioni innovative volte alla creazione di luoghi di lavoro inclusivi e adatti alle donne.
Risultati importanti ottenuti grazie alle attività volte all’inclusione dei dipendenti LGBTQ+ e di tutti i gruppi sottorappresentati, oltre al raggiungimento della “Gender Pay Equality” per tutti i lavoratori nel mondo – a parità di qualifiche e mansioni, uomini e donne hanno lo stesso stipendio.
Ed è proprio parlando di empowerment femminile che Martina Rogato (36 anni), prima millennial ad aver presieduto il gruppo di lavoro sulla gender equality in qualità di portavoce del Women20 – engagement group ufficiale del G20 sulla parità di genere – afferma
Women empowerment significa avere la possibilità di esprimere al meglio il proprio potenziale al di fuori di qualsiasi discriminazione di genere o generazione.
Martina rogato
Un’affermazione forte il cui raggiungimento non sembra essere così vicino secondo il World Economic Forum, il quale asserisce che mancano oltre 200 anni all’equità di genere.


Rivolgendo lo sguardo al futuro Martina continua: “Mi sembra una strada in salita, anche in Italia. La cosa interessante è però l’aumento di coalizioni, attivisti e attiviste che si adoperano per la causa”. Da non dimenticare è il ruolo fondamentale delle istituzioni che secondo Rogato hanno un impatto decisivo:
Sono necessarie più azioni come la legge sul divario salariale o come la direttiva europea sulla “dovuta diligenza” in tema di ambiente e diritti umani
La parità muove ormai molte coscienze, speriamo presto anche gli auspicati cambiamenti.
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