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8 Marzo: Donne, Vita e Libertà

Oggi è l’otto marzo, e come tutti gli anni si festeggia la Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne in più di 100 paesi del mondo; in 25 di essi rappresenta una festa nazionale. Anche se oggi assume prevalentemente una valenza commerciale, è importante sottolineare come questa Giornata sia dedicata a ulteriori riflessioni sui diritti delle donne nella società. La sua storia risale infatti agli inizi del 1900, nonostante sia stata riconosciuta ufficialmente dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite solo nel 1975, Anno Internazionale delle Donne che diede inizio al “Decennio delle Nazioni Unite per le donne: equità, sviluppo e pace“.

Perché si Festeggia l’8 Marzo?

Oggi l’otto marzo è un giorno di festa, ma dobbiamo ricordare che nel secolo scorso questa era una giornata di lotte sociali, politiche ed economiche. Erroneamente la nascita di questa Giornata si fa risalire all’incendio dell’industria tessile statunitense Cotton che causò la tragica morte di molte operaie nel 1908. In realtà, questo dramma si consumò nel 1911, quando 123 donne, prevalentemente giovani immigrate ebree e italiane, morirono nell’incendio nella fabbrica Triangle. Questi accadimenti drammatici hanno sicuramente scosso l’opinione pubblica, ma non interferiscono con l’istituzione di questa Giornata.

I motivi sono invece politici, infatti ad agosto 1907 si tenne il VII Congresso della II Internazionale socialista e le più grandi personalità marxiste vi parteciparono, tra cui donne come Rosa Luxemburg e Clara Zetkin; in questa occasione venne sollevata la questione femminile legata al suffragio universale, tema divisivo anche all’interno dello stesso partito socialista. Venne infine votata una risoluzione per cui i partiti socialisti si sarebbero impegnati a supportare e promuovere il suffragio universale.

Qualche giorno dopo, durante la Conferenza internazionale delle donne socialiste, si diede vita all’Ufficio di informazione delle donne socialiste, a capo del quale venne eletta Clara Zetkin. La sua rivista Die Gleichheit (L’uguaglianza) inoltre divenne l’organo dell’Internazionale delle donne socialiste. In queste iniziative tuttavia venivano esplicitamente escluse le donne borghesi, ma alcune socialiste come Corrine Stubbs Brown non erano d’accordo. Dopo aver dissentito sulla rivista The Socialist Woman, Corrine Stubbs Brown presiedette la conferenza domenicale del Partito Socialista di Chicago, invitò tutte le donne a parteciparvi e dichiarò quella giornata Woman’s Day. Il 3 maggio 1908 si discussero infatti tematiche salienti come la discriminazione e la violenza nei luoghi di lavoro, lo sfruttamento e i salari bassi, ma anche il diritto di voto alle donne. Negli Stati Uniti nacque quindi la prima Giornata dedicata alle Donne, ma in seguito il Partito Socialista americano la costituì l’ultima domenica di febbraio a partire dal 23 febbraio 1909. Ogni paese decise quindi una data da dedicare a manifestazioni a favore dei diritti delle donne, ma esse venivano spesso interrotte da moti rivoluzionari di diversa natura fino all’interruzione definitiva nei belligeranti anni della Prima Guerra Mondiale.

L’8 marzo 1917 le donne di San Pietroburgo diedero vita a un’importante manifestazione per rivendicare la fine della guerra; lo stesso giorno iniziò della Rivoluzione russa di febbraio, che sancì il crollo dello zarismo. La Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenutasi lo stesso anno, istituì quindi la «Giornata internazionale dell’operaia» l’8 marzo, convertito poi a livello internazionale come Giornata Internazionale per i Diritti delle Donne.

Perché è Importante Festeggiare?

Le donne andrebbero celebrate ogni giorno, ed è giusto sensibilizzare, promuovere e lottare quotidianamente per garantirne i diritti in ogni ambito e in ogni luogo. Una Giornata dedicata unicamente alla celebrazione però è altrettanto significativa, ci ricorda infatti tutte le lotte affrontate e ancora in atto per ottenere pari diritti.

Come spiegato prima infatti, questa Giornata affonda le sue radici proprio nella lotta per il diritto al voto, per la partecipazione alla vita politica e per il raggiungimento della parità di genere. Oggi è sicuramente un’occasione per celebrare i tanti successi ottenuti, ma anche uno spunto di riflessione per ricordare che la battaglia non è ancora stata vinta e deve essere combattuta da tutti e tutte con perseveranza. I successi delle donne in tanti settori, dalla scienza all’arte, dall’imprenditoria alla politica, ci ricordano il loro ruolo fondamentale nella società. Esse infatti sono protagoniste indiscusse e fondamentali per il progresso e lo sviluppo. L’empowerment delle donne, ovvero la capacità di prendere il controllo della propria vita e di realizzare i propri obiettivi, può avvenire attraverso l’istruzione, l’accesso equo alle opportunità di lavoro e la partecipazione alla vita politica e sociale. La Giornata di oggi può quindi essere uno stimolo soprattutto per le bambine e per le giovani, invitandole a prendere in mano la propria vita e a lottare per inseguire i propri sogni.

La celebrazione di questa giornata ci ricorda l’importanza di continuare a lavorare per un mondo in cui le donne abbiano gli stessi diritti e le stesse opportunità degli uomini, sempre e ovunque. Ancora oggi infatti molte donne in tutto il mondo subiscono discriminazioni e violenze. Questa Giornata deve essere dedicata anche ad aumentare la consapevolezza su questi temi, sensibilizzando l’opinione pubblica. Inoltre, questa festa è un’occasione per promuovere il dialogo e il confronto sui problemi che le donne affrontano ogni giorno, come la violenza domestica, la disuguaglianza salariale, la mancanza di accesso all’istruzione e alle opportunità di lavoro.

Photograph: Gleb Garanich/Reuters

“Nessuna lotta può concludersi vittoriosamente se le donne non vi partecipano a fianco degli uomini. Al mondo ci sono due poteri: quello della spada e quello della penna. Ma in realtà ce n’è un terzo, più forte di entrambi, ed è quello delle donne”.

Malala Yousafzai

Perché Questo è un Momento Cruciale per le Donne?

La primavera è donna, non solo quella di Botticelli, ma anche quelle araba, iraniana, afghana, yemenita e tante altre.

Eva per prima mangiò il frutto della conoscenza, da sempre la donna è inarrestabile quando si parla di conoscenza: è il sogno più ambito e l’arma più pericolosa. Due fattori che minacciano i regimi teocratici, patriarcali e fondamentalisti.

Le donne sono guerriere della pace, e impugnano una sola arma: la parola.

Se una volta bastava abolire la libertà di parola, nell’era digitale la democratizzazione informativa e mediatica grazie ai social media e a internet rendono impossibile fermare delle vere e proprie rivoluzioni pacifiche. Non è un caso che oltre alla parole, le donne protestino utilizzando le arti: musica, danza e altri sport capaci di evocare e trasmettere messaggi universali attraverso la bellezza e l’incanto. A queste forme d’arte i regimi hanno una sola risposta: la violenza.

Oggi è fondamentale supportare con ogni mezzo le donne afghane. La comunità internazionale ha condannato i talebani per “crimini contro l’umanità”. Ma non è sufficiente, bisogna fare di più a livello di sanzioni e azioni per liberare le donne da un regime dittatoriale insostenibile, che sta aumentando la crisi umanitaria e la povertà, già largamente presenti nel paese. Le donne non hanno più accesso all’istruzione, non possono più praticare sport né ascoltare la musica, non possono passeggiare, se non accompagnate da un uomo, e non possono lavorare. Senza la forza lavoro femminile, in un paese povero in cui più di 40 milioni di persone necessitano di assistenza sanitaria, prevalentemente fornita da donne e ONG (con forte partecipazione femminile), risulta impensabile guardare al futuro.

Donne, Vita e Libertà

In Iran le donne hanno scelto di combattere per l’intero Paese. Non c’è più un esercito prevalentemente composto da uomini che impugnano le armi e combattono contro il regime, ci sono decine di migliaia di donne che scendono in piazza senza paura e urlano “donne, vita e libertà”. Ci sono ragazze che cantano e ballano senza hijab, forti di una nuova consapevolezza. Il 97% delle donne iraniane infatti è alfabetizzato, il 66% di queste sono laureate, e il 70% in materie STEM. Il 70% della popolazione iraniana è sotto i 30 anni e ha conoscenze e competenze avanzatissime in tutti i campi; non esiste arma capace di uccidere la cultura.

La conoscenza diffusa rende più facile l’unione: se a iniziare la battaglia sono state le donne, ora nelle piazze ci sono anche giovani uomini che reclamano il diritto alla vita e alla libertà come i ragazzi e le ragazze di tutto il resto del mondo. L’istruzione permette ai ragazzi e alle ragazze iraniane di diffondere sui social media i video di ciò che accade, di violenze disumane per fermare vite che chiedono di essere vissute in nome della libertà.

Oggi, nella Giornata Internazionale delle Donne, fermiamoci a riflettere su tutti i successi e le libertà ottenute grazie alle lotte delle nostre mamme, nonne e bisnonne. Ma ancora di più pensiamo a ciò che potremmo fare noi, per lottare accanto a tutte quelle donne che si stanno sacrificando in nome della vita e della libertà. Non dimentichiamo che senza donne non c’è futuro, e senza donne non c’è giustizia climatica.

Non esiste giustizia climatica senza giustizia sociale.

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